di Giuseppe e di Intorci Filomena, n. a Foggia il 14 gennaio 1895, res. a Foggia, celibe, licenza elementare, tornitore-meccanico, comunista.
Arrestato il 26 aprile 1926 per apologia dell’attentato e offese al duce e distribuzione di manifestini sovversivi. Assegnato al confino per anni due dalla CP di Foggia con ord. del 4 maggio 1927.
Sede di confino: Lipari. Liberato a fine maggio 1927 in considerazione delle misere condizioni familiari. Periodo trascorso in carcere e al confino: anni uno, mesi uno circa. Segretario del sindacato rosso metallurgico di Foggia nel 1920-1921 e iscritto al partito comunista, nel gennaio 1925 fu fermato assieme ai comunisti Antonio Angiolillo e al Lepore mentre attendeva l’uscita dal carcere di Foggia dell’anarchico Emanuele Gualano, assolto dall’imputazione di mancato omicidio in persona del fascista Stignani. Si fece notare spesso anche in compagnia dei sovversivi Emilio Eucherio e Luigi Maccione. Arrestato il 26 aprile 1926, il 3 maggio fu condannato dal tribunale di Foggia a due anni e sei mesi di reclusione, pena ridotta ad un anno in appello.
A soddisfatta giustizia rimase in carcere a disposizione dell’autorità di PS per essere inviato al confino. Assieme all’ Amoreo fu arrestato, condannato, confinato e prosciolto Romeo Mangano.
(b. 25, cc. 24, 1926-1927)
Fonte: Katia Massara, “Il popolo al confino – La persecuzione fascista in Puglia”, Pubblicazioni degli Archivi di Stato, Strumenti CXIV, Archivio Centrale dello Stato, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Ufficio Centrale per i Beni Archivistici, Roma 1991, pagg. 81-82.
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