Ercolino Nicola Maria

fu  Domenico e di   Vecera Lucrezia, n. a Peschici (FG) il 21 gennaio 1883, res.  a Manfredonia (FG), celibe, disoccupato,  antifascista. 

Arrestato il  15 luglio 1938 per avere esposto  uno straccio rosso, per avere mostrato ai  passanti un  foglio di  contenuto sovversivo scritto da lui stessoe per avere pronunciato pubblicamente frasi offensive nei confronti del duce. Assegnato al  confino per  anni cinque dalla  CP di  Foggia con  ord.  dell’8 agosto 1938. Sedi di confino:  Montemarano, Ustica.  Liberato il  7  dicembre 1942  condi­zionalmente nella ricorrenza del  ventennale. Periodo trascorso in carcere e al confino: anni quattro, mesi quattro, giorni 23. 

In un primo tempo affermò di essere  stato indotto a tale manifestazione da un compaesano, ma  in  seguito affermò che  tale  dichiarazione era dettata da  motivi di  rancore personale. Alla fine  le  autorità  giunsero alla  conclu­sione che  l’Ercolino avesse agito di  sua  iniziativa e  che, vivendo nell’ozio e  nell’indigenza, avesse ideato e  attuato la  manifestazione sovversiva allo scopo di  essere assegnato al confino per essere mantenuto a spese dell’erario. Durante il periodo di  confino scontò complessivamente un mese e  20 giorni di reclusione e arresto per furto, porto di  coltello e  contravvenzione agli  obblighi. 

(b.  382,  cc. 87,  1938-1942)

Fonte: Katia Massara, “Il popolo al confino – La persecuzione fascista in Puglia”, Pubblicazioni degli Archivi di Stato, Strumenti CXIV, Archivio Centrale dello Stato, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Ufficio Centrale per i Beni Archivistici, Roma 1991, pagg. 249-250.

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