fu Domenico e di Vecera Lucrezia, n. a Peschici (FG) il 21 gennaio 1883, res. a Manfredonia (FG), celibe, disoccupato, antifascista.
Arrestato il 15 luglio 1938 per avere esposto uno straccio rosso, per avere mostrato ai passanti un foglio di contenuto sovversivo scritto da lui stessoe per avere pronunciato pubblicamente frasi offensive nei confronti del duce. Assegnato al confino per anni cinque dalla CP di Foggia con ord. dell’8 agosto 1938. Sedi di confino: Montemarano, Ustica. Liberato il 7 dicembre 1942 condizionalmente nella ricorrenza del ventennale. Periodo trascorso in carcere e al confino: anni quattro, mesi quattro, giorni 23.
In un primo tempo affermò di essere stato indotto a tale manifestazione da un compaesano, ma in seguito affermò che tale dichiarazione era dettata da motivi di rancore personale. Alla fine le autorità giunsero alla conclusione che l’Ercolino avesse agito di sua iniziativa e che, vivendo nell’ozio e nell’indigenza, avesse ideato e attuato la manifestazione sovversiva allo scopo di essere assegnato al confino per essere mantenuto a spese dell’erario. Durante il periodo di confino scontò complessivamente un mese e 20 giorni di reclusione e arresto per furto, porto di coltello e contravvenzione agli obblighi.
(b. 382, cc. 87, 1938-1942)
Fonte: Katia Massara, “Il popolo al confino – La persecuzione fascista in Puglia”, Pubblicazioni degli Archivi di Stato, Strumenti CXIV, Archivio Centrale dello Stato, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Ufficio Centrale per i Beni Archivistici, Roma 1991, pagg. 249-250.
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