fu Andrea e di Benedetto Antonia, n. a Trinitapoli (FG) il 19 marzo 1881, res. a Foggia, coniugato con sette figli, guardiano privato, comunista.
Arrestato il 15 giugno 1930 per attività sovversiva volta alla ricostituzione del partito comunista nella provincia. . Assegnato al confino per anni tre dalla CP di Foggi.a con ord. del 27. gmgno 1930. La C di A con ord. del 16 dicembre 1930 ridusse a due anni. Sede di confino: Lipari. Liberato il 10 novembre 1931 in considerazione delle misere condizioni economiche della famiglia. Periodo trascorso in carcere e al confino: anni uno, mesi quattro, giorni 27.
Prima dell’avvento del fascismo militò nei partiti sovversivi; in seguito, pur non spiegando palesemente alcuna attività politica, continuò a mantenersi in contatto con i compagni di fede della provincia e soprattutto con quelli di Cerignola. Le indagini riguardo l’organizzazione sorta nel foggese cominciarono nel gennaio 1930, quando il comunista Donato Patierno, poi confinato e allora detenuto in espiazione di pena nel carcere locale, riferì alle autorità di essere stato incaricato dal detenuto Salvatore Lapiccirella di Cerignola, assegnato al confino di polizia per attività sovversiva, di recarsi nel suo paese non appena libero e di mettersi in contatto con i compagni attraverso i suoi familiari. All’uopo avrebbe dovuto avvicinare a Foggia il Dacci esibendo come segno di riconoscimento un talloncino di una cartolina vaglia diretta al Lapiccirella. Essendo stata informata del fatto la polizia politica, si fece in modo che il Dacci fosse contattato da un confidente al quale era stato fornito il talloncino. Le autorità vennero cosi a conoscenza di importanti notizie circa l’attività sovversiva che veniva esplicata in provincia, mentre il Dacci, secondo le istruzioni del confidente, che a Cerignola aveva avvicinato i familiari del Lapiccirella, si dava da fare per raccogliere denaro a favore delle famiglie dei compagni arrestati nel settembre 1929. Assieme al Dacci e per lo stesso motivo furono confinati: Giuseppe Angione, Giuseppe Cassano, Luigi D’Agnese, Matteo, Michele e Nicola Di Vittorio, Angelo Maffione, Vito Montino, Giovanni Palmiotta e Antonio Scardigno; ammoniti: Nicola Borelli, Gaspare Cicciotti, Giuseppe Storelli e Arcangelo Tocci; diffidati: Adolfo Bernarducci, Ciro e Costanzo Buoncristiano, Michele D’Antuono e Antonio Taronna.
(b. 305, cc. 66, 1930-1931)
Fonte: Katia Massara, “Il popolo al confino – La persecuzione fascista in Puglia”, Pubblicazioni degli Archivi di Stato, Strumenti CXIV, Archivio Centrale dello Stato, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Ufficio Centrale per i Beni Archivistici, Roma 1991, pagg.178-179
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