nato a San Severo il 7 marzo 1905 (morto a San Severo il 31 ottobre 1996)
Salvatore Postiglione, già affermato artista, venne richiamato alle armi e inviato sul fronte greco. Dislocato nelle isole dell’Egeo, catturato dai tedeschi, il 7 dicembre del 1943 venne avviato, insieme ad altri connazionali, al campo di Verben (Meppen) e di lì, successivamente, al campo di concentramento di Wesewe, dove giunse il 13 gennaio 1944. Alla fine di luglio del 1944 venne trasferito a Sandboste-Bremenvärde e infine, l’11 gennaio del 1945 a Wietzendorf, Dappertutto le stesse violenze, la fame e le angherie degli aguzzini, fino alla liberazione.
Nota: le vicende di Salvatore Tommaso Postiglione sono ricostruite attraverso la documentazione fornita dai figli Enzo, Bianca e Vittorio nel volume sopra citato alle pagg.109-113, n.d.r.

Della sofferta esperienza, che segnò la vita dell’uomo e dell’artista, ci parla la stele presente nel cimitero di Foggia, dedicata ai caduti foggiani nei lager nazisti, opera appunto di Postiglione. La stele, costituita da un monolito avvolto più volte con il filo spinato, reca su di un lato l’elenco di 107 caduti nei lager e sull’altro un bassorilievo rappresentante un soldato morente. Sullo sfondo un campo di internamento.
